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New York ricorda le vittime dell’Olocausto: cerimonie al Consolato Italiano e all’ONU, La Voce Di New York

By La Voce Di New York

A Park Avenue tradizionale lettura dei nomi dei deportati. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si riempie per l’evento “Home and Belonging”

Il 27 gennaio anche New York si ferma a ricordare. Davanti al Consolato Italiano, come ogni anno, anche stavolta i presenti e i tanti passanti si sono ritrovati di fronte a un banchetto pieno di fogli.

Un lunghissimo elenco di nomi, individui e famiglie che hanno perso la vita durante gli anni della dominazione nazista. Le vittime innocenti dell’Olocausto deportate dall’Italia e dai territori italiani.

Presente il Console Generale Fabrizio Di Michele, tra i primi a mettersi di fronte al microfono e leggere ad alta voce. Un’iniziativa che fa parte di una serie di eventi promossi anche dal Centro Primo Levi, dall’Istituto Italiano di Cultura, dalla Casa Italiana Zerilli Marimò della NYU, dall’Italian Academy Columbia University, dalla Scuola d’Italia Guglielmo Marconi, dal Calandra Institute, da Magazzino Italian Art e dal Center for Italian Modern Art per commemorare i morti della Shoah e non lasciare che il tempo ne intacchi il ricordo.

Tante le iniziative proposte per l’occasione: un seminario su Giorgio Bassani, introdotto dal Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Fabio Finotti insieme a Paola Bassani, presidente della Fondazione Giorgio Bassani, una conversazione con Katharina von Schnurbein, coordinatrice della Commissione europea per la lotta all’antisemitismo e la prima mondiale del concerto «Piombo», ispirato alla raccolta di racconti «Il sistema periodico» di Primo Levi, curato da Luciano Chessa (al pianoforte) ed eseguito insieme alla violoncellista Frances-Marie Uitti.

Cerimonia anche alle Nazioni Unite, luogo in cui la Giornata della Memoria è stata istituita grazie alla risoluzione 60/7 del 1º novembre 2005. In un’Assemblea Generale gremita, i presenti hanno ascoltato il discorso introduttivo del Segretario generale delle Nazioni Unite, del Presidente dell’Assemblea generale e dei rappresentanti permanenti di Israele e degli Stati Uniti.

Il tema scelto quest’anno è stato “Home and Belonging”, un modo per sottolineare l’umanità delle vittime e dei sopravvissuti dell’Olocausto che si sono visti strappare la casa e il loro senso di appartenenza alla comunità.

“La violenza dell’esclusione è iniziata con la disinformazione e i discorsi d’odio che hanno sostenuto l’ingiustizia sistemica – ha ricordato Guterres – la discriminazione e l’emarginazione e si è conclusa con l’uccisione genocida. Il tema ci ricorda la nostra responsabilità di rispondere con umanità alle vittime di crimini atroci, di contrastare i discorsi di odio, l’antisemitismo, la distorsione e la negazione dell’Olocausto e il pregiudizio, facendo tutto il possibile per prevenire che un’altra cosa del genere accada”.

A tenere poi il discorso principale è stata la professoressa Debórah Dwork, studiosa ed educatrice dell’Olocausto, supportata dagli interventi di Jacques Grishaver, sopravvissuto all’Olocausto, e della dott.ssa Ethel Brooks. Spazio anche alla musica, con le esibizioni di Shoshanna Shattenkirk, della professoressa Renee Jolles e di Michael Shaham, seguiti dalla recita di preghiere commemorative interpretate dal cantore Nissim Saal.

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